Lungro

Lungro si affaccia per la prima volta alla luce della storia in un documento del 2 maggio 1156, giorno in cui Ogerio c Basilia signori feudali di Brahalla (Altomonte) concedono, alla presenza del vescovo di Cassano Soffrido, ai monaci basiliani un territorio presso la chiesa di S. Maria delle Fonti, nelle vicinanze del Casale di Lungrium.
per la creazione di una abbazia. Abbazia che avrebbe goduto di una rendita in sale estratto dalla non lontana miniera, conosciuta, forse, già in epoca classica. Il toponimo di Lungro o per meglio dire nell’accezione più antica di Ungrium o Ungarum, sembra riferirsi alla presenza
di popolazioni slave, forse addette alla miniera di sale, delle quali si ha notizia anche dai toponimi di Vulgaro e Bulgaro conosciuti nella zona del castrovillarese. Comunque è necessario ricordare l’esistenza in Albania del paese Ungrej.
Con l’arrivo degli Albanesi, transfughi dalla madrepatria per le invasioni turche, nella seconda metà del XV secolo, il piccolo casale, dipendente da Altomonte, ebbe un notevole incremento documentato dal diritto di locativo pari a venti ducati annui dovuti al signore Gerolamo Sanseverino.

A partire dal 1546 nella cittadina cominciò a prendere piede un certo governo interno ovvero l’Universitas col diritto di creare nel suo seno una amministrazione cittadina. Nel corso del XVII e XVIII secolo si ebbero una serie di feudatari diversi anche in base ai cambiamenti che subivano le baronie limitrofe, fino al 1806, epoca in cui con l’avvento dell’occupazione francese, non si abolì del tutto la feudalità.
Lungro partecipò attivamente ai moti risorgimentali con contributi cospicui di uomini e di armi al seguito delle spedizioni garibaldine, ed oggi è senza dubbio una delle cittadine più attive e vivaci del comprensorio del Parco Nazionale del Pollino.
La piazza principale di Lungro è dominata dalla mole settecentesca della Cattedrale di S. Nicola di Mjra che trova le sue origini in una più modesta costruzione elevata nel 1547.
La chiesa ha un impianto basilicale a tre navate di tipo latino, adeguata, dopo il 1919, anno in cui fu costituita l’Eparchia bizantina, secondo i canoni dettati dalla liturgia orientale.
Tra le opere d’arte di un certo rilievo conservate nella chiesa vi è un frammento di affresco del XV secolo raffigurante la Parasceve e una tavoletta con la Madonna e il Bambino detta la Madonna dell’Alto del XVIII secolo.
Sulla ampia volta sono raffigurati Ester e Assuero, il Sogno di Costantino, San Nicola in Gloria, Giuditta e Mosè, tutte opere del pittore napoletano Luigi De Nicola che le ha eseguite nel 1829. Notevole è l’iconostasi in muratura arabescata da ieratiche figure bizantineggianti realizzate da Giovan Battista Conti a partire dal 1922.
La conca absidale decorata a mosaico, secondo gli stessi stilemi orientali, da Josif Droboniku con al centro una grande figura della Theotòkos (Madre di Dio) tra gli Arcangeli Gabriele e Michele, il profeta Isaia e Re Davide. Allo stesso autore si deve la decorazione della cupola occupata da una grandiosa immagine del Cristo Pantokrator, ossia creatore di tutte le cose.
Il transetto è decorato da affreschi di Scuola Cretese raffiguranti soggetti legati alla vita di Cristo, mentre in fondo alla navata si trova la bella statua lignea seicentesca di San Nicola di Myra, vestito con i paramenti sacri del rito orientale. 
Interessante è la chiesetta di S. Maria di Costantinopoli che mostra un bel soffitto a cassettoni in legno intagliato e dorato di tipo barocco e una immagine della Vergine col Bambino incoronata da angeli del 1663. 

Lungro’s history can be traced back in a document dated back to May 2, 1156, the day when Ogerio and Basilia feudal lords from Brahalla (Altomonte) granted, in the presence of the bishop of Cassano Soffrido, to the Basilian monks, a territory near the church of S. Maria delle Fonti, close to the Casale di Lungrium, for the creation of an abbey. The abbey was to receive income from salt extracted from a nearby mine, possibly known since ancient times.

The toponym of Lungro, or in its ancient meaning of Ungrium or Ungarum, seems to refer to the presence of Slavic populations, perhaps working in the salt mine, as also indicated by the toponyms Vulgaro and Bulgaro in the area of Castrovillari. It’s worth noting the existence of the town Ungrej in Albania. With the arrival of Albanians fleeing from their homeland due to the Turkish invasions in the second half of the 15th century, the small hamlet, dependent on Altomonte, experienced significant growth evidenced by the payment of an annual rent of twenty ducats to the Lord Gerolamo Sanseverino.

From 1546 a certain internal government, the Universitas, began to take hold in the town with the right to establish a local administration. Throughout the 17th and 18th centuries, there were different feudal lords, based on the changes in neighboring baronies, until 1806, when with the arrival of the French occupation, feudalism was completely abolished.

Lungro actively participated in the Risorgimento Movement, contributing significantly with men and weapons to the Garibaldian expeditions. Today, it is undoubtedly one of the most vibrant towns in the Pollino National Park area. The main square is dominated by the 18th-century structure of the Cathedral of S. Nicola di Mjra, which originates from a more modest building erected in 1547.

This church, has a basilica plan with three Latin-type naves, was adapted after 1919, when the the Byzantine Eparchy was established, according to the canons dictated by the Eastern liturgy. Among the noteworthy artworks preserved in the church there is a 15th-century fresco fragment depicting Parasceve and a panel with the Madonna and Child known as the Madonna dell’Alto from the 18th century. On the wide vault paintings, including Esther and Ahasuerus, The Dream of Constantine, Saint Nicholas in Glory, Judith and Moses, by the Neapolitan artist Luigi De Nicola executed in1829, can be admired.
The iconostasis in arabesque masonry decorated with hieratic Byzantine figures, created by Giovan Battista Conti from 1922, is remarkable. The apse basin is decorated with a mosaic following the same Eastern style by Josif Droboniku with a central large figure of Theotókos (Mother of God) among the Archangels Gabriel and Michael, Prophet Isaiah, and King David. The same artist is responsible for the decoration of the dome occupied by a grand image of Christ Pantokrator, the creator of all things.

The transept is adorned with Cretan School frescoes depicting subjects related to the life of Christ. At the end of the nave, there is the beautiful 17th-century wooden statue of Saint Nicholas of Myra dressed in the sacred vestments of the Eastern rite. The small church of S. Maria di Costantinopoli is interesting with its beautiful coffered ceiling in carved and gilded wood of Baroque style and an image of the Virgin with the Child crowned by angels from 1663.

Bartolomeo Alessandra
Capano Martina
Stalteri Paola

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