Alessandria del Carretto

 

Ridente e piacevole paese incastonato nella parte orientale del parco del Pollino, che con i suoi 975 metri s.l.m. è il centro abitato più alto del comprensorio. Venne fondato nel 1633 dal Marchese Alessandro Pignone Del Carretto, signore di Oriolo, da cui prende il nome sia il paese che la chiesa matrice dedicata, appunto, a Sant’Alessandro Papa e Martire.

Dai ritrovamenti archeologici di C.da Torricella e Timpone dei Morti si evince che ancor prima dell’attuale paese doveva e/sserci un altro piccolo centro del quale poco o nulla si sa. Comunque antichi documenti, conservati in copia nel Municipio attestano toponimi e siti che, con qualche variante, si possono ancora riscontrare nel vasto territorio di Alessandria.

Il paesaggio che si dipana ai piedi del centro è affascinante e degrada a terrazze verso il mare Ionio. Alle spalle, invece, ricchi e vasti boschi fanno da corona e costituiscono, da sempre, una delle sue maggiori ricchezze. Questi boschi, ora frequentati da un turismo d’elite erano nell’Ottocento il rifugio sicuro di quegli uomini chiamati frettolosamente briganti ma che spesso erano solo il frutto di povertà e incomprensione da parte del potere che anelava all’Unità d’Italia.

In una graziosa piazzetta si innalza la chiesa di Sant’Alessandro Papa e Martire costruita nel corso del ‘600 e ampiamente ridecorata nel secolo successivo. Sul suo lato sinistro svetta un elegante campanile senza cuspide corredato da un concerto di campane. La facciata della chiesa è nella consueta forma a capanna in cui si aprono i tre portali corrispondenti alle navate interne, coperte a volta. Tra le opere d’arte di notevole interesse vi è un bellissimo e grande Crocefisso del XVII secolo, la statua lignea del santo titolare della chiesa e un raro dipinto del primo Settecento con la Madonna e santi, quest’ultimo riferibile al pittore Giuseppe De Rose o Rosa di Castrovillari, autore del notevole ciclo di affreschi che decorano la volta del santuario di Santa Maria delle Armi a Cerchiara di Calabria.

Nel centro storico si trova una graziosa chiesetta dedicata a S. Vincenzo con all’interno le statue del titolare e di San Francesco di Paola del ‘700. Caratteristica è la festa della “Pita” che si svolge tra aprile e maggio. Gli uomini di Alessandria si recano nei boschi del limitrofo paese di Terranova
del Pollino e, insieme agli esperti di quel paese scelgono un grande abete, alto almeno una ventina di metri. L’albero prescelto viene tagliato e liberato dai rami fino alla chioma che dopo essere stata tagliata viene trasportata a parte. Il lungo tronco viene portato, con la sola forza delle braccia, attraverso un sentiero erto e scivoloso sino in Piazza S. Vincenzo dove viene innalzato, dopo avergli risistemato la chioma e viene ornato con ricchi doni. In quel luogo resterà fino al 3 maggio, festa di Sant’Alessandro, quando la “pita” sarà abbattuta e gli abitanti faranno a gara per impossessarsi di un rametto della chioma come porta fortuna.

Altra manifestazione importante è il carnevale che segue canoni antichissimi e prevede la presenza di due maschere: lu pohicinelle belle e lu pohicinelle brutte. Il bello veste pantaloni bianchi e casacca, un cappello ornato da tanti nastri colorati e una maschera sul viso dipinta di bianco. In mano porta un bastone di legno riccamente decorato detto‘u scruiazzo. Il brutto, che naturalmente porta male, veste con pelli di capra nera e campanacci.

Acquaformosa

Acquaformosa Antico centro, oggi abitato dagli arberesh, era di dominio di Ogerio e Basilia, signori feudali di Brahalla (Altomonte), i quali nel 1191 lo donarono all’Ordine Monastico dei Cistercensi per fondarvi una abbazia dedicata alla Madonna. Col tempo questo...

Altomonte

Altomonte Balbia, Brahalla, Altofiume, Altomonte, questi sono i nomi che il centro ha avuto dall’epoca classica al1348 quando Filippo di Sangineto decise di chiamarlo col nome che ancora oggi definisce uno dei centri più interessanti della provincia di Cosenza.La...

CASSANO ALLO IONIO

La città di Cassano adagia la sua parte antica lungo un colle dominato dai ruderi di un vetusto monastero.
Dall’alto di questo colle si apre la vista su una pianura vasta e ricchissima di colture di varia tipologia, solcata dal fiume Coscile e da altri suoi affluenti. La piana si stende verso il mare Ionio, brulicante di stabilimenti balneari e di prestigiosi villaggi turistici.

CASTROVILLARI

Castrovillari appare con la sua parte moderna adagiata su un vasto pianoro completamente dominato dalla lunga catena montagnosa del Dolcedorme (mt.2271) che, con il vicino monte Pollino (mt. 2248), fanno parte del più grande Parco Nazionale d’Italia.

Firmo

Firmo Il primo nucleo di Firmo appare in una concessione di Ferdinando d’Aragona ai Domenicani di Altomonte nel finire del XV secolo. Nel 1553 il centro appare tassato per 37 fuochi ossia circa 120 abitanti, tutti di etnia albanese.Nel XVII secolo il paese risulta...

FRASCINETO

Protetto dalle dolomitiche rocce della Catena del Dolcedorme il comune di Frascineto con la sua fra-zione di Eianina si adagiano su un lieve pianoro declinante verso la conca del torrente Eiano; valle e colline dedicate alla coltivazione della vite che produce un ottimo vino ampiamente conosciuto nella regione.

Lungro

Lungro Lungro si affaccia per la prima volta alla luce della storia in un documento del 2 maggio 1156, giorno in cui Ogerio c Basilia signori feudali di Brahalla (Altomonte) concedono, alla presenza del vescovo di Cassano Soffrido, ai monaci basiliani un territorio...

MORANO CALABRO

Morano appare nel panorama storico in epoca romana nella lapide di Polla del 132 a.C. come Mura-num. Fu, quindi, una importate stazio sulla via consolare Popilia-Annia che da Capua portava a Reggio.

San Basile

San Basile – SHËN VASILI   Quasi ai piedi della grande catena dei monti di Saracena e del Caramolo, tra macchie di querce che si alternano a ubertosi vigneti e oliveti sorge il ridente piccolo abitato italo-albanese di San Basile.Il suo nome deriva dalla presenza...

Saracena

Saracena Se si tralasciano le origini romantiche e più o meno leggendarie di Saracena che si vuole erede di una città chiamata Sestio, la prima notizia che riguarda questo centro risale al 1073, anno in cui fu programmalo un incontro, poi non avvenuto, tra Roberto il...

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