Cassano allo Ionio
La città di Cassano adagia la sua parte antica lungo un colle dominato dai ruderi di un vetusto monastero.
Dall’alto di questo colle si apre la vista su una pianura vasta e ricchissima di colture di varia tipologia, solcata dal fiume Coscile e da altri suoi affluenti. La piana si stende verso il mare Ionio, brulicante di stabilimenti balneari e di prestigiosi villaggi turistici.
Su questi lidi attraccarono intorno all’810 a.C. i coloni greci che fondarono la mitica città di Sibari, centro popolosissimo e culturalmente raffinato distrutto dalla rivale Crotone nel 510 a.C. Dalle sue rovine nacquero poi Thuri, il cui impianto urbanistico si deve a Ippodamo da Mileto, e la romana Copia.
Nel Museo Nazionale di Sibari si possono osservare le testimonianze artistiche di quel lontano periodo. Nel ventre del colle, da cui si ammira il vasto panorama, si aprono le vaste e affascinanti cavità naturali che hanno ospitato in epoca preistorica le prime tracce di vita umana. Partendo dal complesso già appartenuto ai padri Cappuccini, con la deliziosa chiesa ornata da bellissimi altari lignei barocchi e pregevoli statue, scendendo lungo l’antico asse viario, con i ricchi palazzi nobiliari e le chiese di San Francesco di Paola e di Sant’Agostino, si arriva alla centralissima piazza dove si erge maestosa la Cattedrale dedicata alla Vergine, la cui statua quattrocentesca è posta in una nicchia dell’alta facciata barocca.
Cassano è sede vescovile sin dai primi secoli cristiani e la presenza dei suoi vescovi è documentata nei vari concili che hanno caratterizzato la vita religiosa dei primordi. L’interno mostra l’aspetto barocco del periodo in cui la chiesa venne totalmente riedificata dopo essere stata devastata da un furioso incendio. Alcune reliquie di una primitiva cattedrale, riedificata nel XV secolo, rimangono in alcuni archi e negli affreschi con scene della Passione di Cristo dovuti ad un ignoto pittore che, forse, può essere identificato in Vincenzo Conte, attivo nei primissimi anni del XVI secolo. Sugli altari sono collocate opere pittoriche di Francesco Solimena, Cristoforo Santanna, Giuseppe Picone e altri artisti non conosciuti ma di grande valore come attesta il bellissimo tondo seicentesco della Madonna della Purità, collocata sul fastigio dell’altare maggiore in una preziosa cornice in bronzo e lapislazzuli.
In sacrestia tra gli armadi dovuti alla bottega dei Fusco (1745) si può ammirare la bella tela della Madonna del Rosario ,assegnata alla mano di Fabrizio Santafede, operante alla fine del XVI secolo. Si scende, poi, nella cripta romanica, risalente alla dominazione normanna, le cui volte sono sorrette da colonne di spoglio, che custodisce la veneratissima effigie del Cristo Crocefisso, espressiva opera lignea del XV secolo. Nell’uscire dal tempio si osservi la sontuosa cappella della Madonna del Lauro con stemmi della casata dei Serra, feudatari della città, realizzata in marmi policromi di fattura partenopea. L’immagine della Madonna, dipinta su pietra risalirebbe al XIII-XIV secolo.
Sul fianco della Cattedrale si aprono la Biblioteca e il Museo Diocesano. In quest’ultimo sono conservate numerose opere d’arte provenienti da diverse chiese della diocesi. Fra tutte si impongone le quattro grandi tele di Nicola Malinconico raffiguranti iconografie della Vergine, alcuni dipinti su tavola del XVI secolo, tra i quali l’Annunciazione di Pietro Negroni e il notevole trittico di San Teodoro. Preziosi argenti liturgici, comprendenti la Croce di Nocara del XV secolo, la serie di piatti da questua realizzati in Germania nel XVI secolo e il corredo argenteo della chiesa della Maddalena di Morano Calabro completano la raccolta museale.
Altro gioiello barocco è la chiesa di San Domenico con gli eleganti stalli lignei del ’700 e la bella tela raffigurante la Madonna del Rosario contornata dai Misteri, dipinta dal pittore di Cassano Francesco Antonio Algaria nella metà del XVIII secolo.
Non lontano dal centro abitato, nella stretta vallata del fiume Eiano, sorge il veneratissimo santuario della Madonna della Catena. Di origini medievali venne ingrandito e abbellito a partire dal XVI secolo con l’aggiunta anche di un elegante porticato, dalle ampie arcate, che circonda la chiesa su tre lati. L’interno in stile barocco ospitava le opere del Malinconico, ora al museo, e due quadri del pittore Felice Vitale di Maratea, attivo sul finire del XVI secolo. Sull’altare maggiore troneggia l’effigie della Madonna in una composizione alquanto ritoccata nei secoli, Nella controfacciata, invece, è posto un grandioso affresco raffigurante la Fuga in Egitto dovuto a tale Domenico Paluda che reca la data del 1675.
Picevole è la passeggiata lungo la strada che, un tempo, era occupata da una linea ferroviaria a scartamento ridotto delle Ferrovie Calabro Lucane.